lunedì 2 giugno 2014

Il quarto stato

Per Federica

Il Quarto Stato

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Il Quarto Stato

Il Quarto Stato
Autore Giuseppe Pellizza da Volpedo
Data 1901
Tecnica olio su tela
Dimensioni 293 cm × 545 cm 
Ubicazione Museo del Novecento, Milano
La fiumana

La fiumana
Autore Giuseppe Pellizza da Volpedo
Data 1898
Tecnica olio su tela
Dimensioni 255 cm × 438 cm 
Ubicazione Pinacoteca di Brera, Milano
Il Quarto Stato[1] è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori[2].

Storia

Il quarto stato rappresenta la conclusione di un percorso dell’autore attraverso numerosi dipinti tutti riguardanti il medesimo tema, ovvero lo sciopero dei lavoratori. Il primo dipinto è gli Ambasciatori della fame, successivamente dipinge la Fiumana e infine il bozzetto preparatorio del 1898 Il cammino dei lavoratori. Pellizza pensava di vendere subito il quadro ma nella società del suo tempo questo dipinto non ebbe fortuna. Fu acquistato, infatti, dal comune di Milano, solamente nel 1920 per 50000 lire, grazie anche a contributi di banche, associazioni e privati. Inizialmente fu esposto al Castello Sforzesco e divenne presto simbolo del socialismo; proprio per questo motivo con l’avvento del fascismo fu depositato in un magazzino. Tornò in esposizione solo nel 1954, quando il sindaco Ferrari lo collocò nella sala consigliare di Palazzo Marino. Qui subì dei danneggiamenti dovuti al fumo, a causa dei quali richiese un restauro. Successivamente fu mostrato in varie città del mondo fra cui Washington e Roma. Infine, negli anni Ottanta, trovò la sua collocazione fissa a Milano: prima nella Galleria d’Arte Moderna e infine nel Museo del Novecento.

Descrizione

Quest’opera è un simbolo della società del XX secolo, poiché essa rappresenta lo sciopero dei lavoratori e simboleggia non solo la protesta sociale ma l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, che diventa consapevole dei propri diritti nei confronti della società industriale. L’opera inoltre dimostra l’impegno del pittore in ambito sociale: infatti egli pensava che l’artista avesse il compito di educare la popolazione attraverso le proprie opere. La tecnica utilizzata in questo dipinto è quella divisionista. Nel quadro viene raffigurato un gruppo di braccianti che marciano in segno di protesta su una piazza, presumibilmente la piazza di Volpedo, città natale dell’artista. In primo piano, davanti alla folla in protesta, sono definiti tre soggetti, due uomini ed una donna con un bambino in braccio; essa molto probabilmente rappresenta la moglie del pittore, specialmente nei tratti del volto. Le figure sono poste una a fianco all’altra: questo schieramento simboleggia l’uguaglianza e la solidarietà tra di esse, esaltata maggiormente dalla presenza di una figura femminile, ed inoltre, insieme alla compattezza delle figure, dà un forte senso di realismo all’immagine, che sembra davvero presa da un episodio di protesta sociale. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento.In oltre la luce è frontale ai personaggi da quasi un senso di alba. I colori del dipinto sono caldi.

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